Does God really want to save the Queen? Ci furono tempi in cui i miti governavano la realt� e i pi� forti fra gli uomini opprimevano i deboli, che soccombevano senza via di scampo. Tutto questo accade anche oggi, certo, ma in misure sottilmente pi� celate di dominazione, giustificate da ragioni pi� o meno mascherate e malleate a proprio piacimento dai medesimi tiranni... Mentre una volta per� era comprensibile, per il grado di civilizzazione limitato dall'evoluzione culturale di detti tempi, che di fatto esistessero e si sostenessero con ogni mezzo particolari forme di potere dispotico, assolutista e trascendentale, oggi non deve essere neppure accettabile una qualche sorta di compromesso storico in nome, ad esempio degli introiti portati dal turismo attratto dalla curiosit� suscitata dalla corona... Il riferimento, ovviamente, non � casuale, ma volutamente scelto nell'intenzione esemplare di prendere di mira, la pi� chiassosa e famosa fra le pi� importanti famiglie reali ancora rimaste tali nel mondo. Stiamo parlando della fonte principe di notizie e reddito di ogni edizione scandalistica che 'si rispetti'; del principe 'fantoccio' e dei sui 'vizietti'; della famiglia reale pi� divisa fra ragion di stato e interessi privati; forse della pi� potente e influente dei Casati storici ancora in piedi... Insomma della tanto discussa quanto noiosa famiglia reale britannica. Non ci interessa in questo ambito recriminare sulle loro beghe affettive o sulle naturali polemiche provocate dalla clamorosa morte di Lady D o ancora sui doveri a cui ogni regnante dovrebbe per sua 'natura' attenersi nei confronti dei suoi 'sudditi'. Non lo facciamo per il semplice motivo che si tratta solo di una gran buffonata... di corte! Nel senso che non esistono assiomi plausibili - di qualsiasi genere, politico, storico, culturale, scientifico od economico che sia - che giustifichino la persistenza, in questo nostro (della cosiddetta 'cultura occidentale') prossimo imbocco nel XXI� secolo, di principi, regine e lignaggi nobiliari (nel nome...) cos� saldamente avvinghiati ai rispettivi troni. Per la verit�, non pensiamo che in giro ci siano ancora tanti che credano ancora nel diverso colore del sangue dei propri o altrui regnanti e nemmeno che si abbocchi alla favola antica dell'investitura pi� o meno direttamente divina... Sembra invece che la gente non si renda conto che legittima sostanzialmente uno stato di privilegi aberrante che si accordano alla nascita d'un pargolo della 'societ� bene', semplicemente accettando come un dato di fatto la presenza della figura reale. E' giusto che sopravvivano ancora oggi, alle soglie del 2000, delle disuguaglianze d'ordine cos� grettamente formale (per non parlare delle sostanziali...), nonostante tutte le scienze sociali e umanistiche abbiano raggiunto dei consapevoli e alquanto innovativi traguardi teorici? Anche la celeberrima equazione re=nazione pare che oggi abbia lasciato il tempo che ha trovato, ma intanto regge faraoniche, ricevimenti fastosi e stili di vita impeccabilmente scialaquatori (dei soldi degli altri) continuano a sottolineare la differenza di chi nasce sotto una 'buona stella' (non c'� vena d'invidia, garantito!) e chi invece sembra figlio di un dio minore (la stragrande maggioranza degli uomini!), che per vivere nel mondo vero ha bisogno di lavorare duro e scontrarsi ogni giorno con migliaia di problemi (quelli seri). Anche la plebiscitaria e anti-monarchica Italietta iper-democratica (?!) non solo ha organizzato in pompa magna ultimamente odiose cerimonie d'accoglienza per la visita del re di Spagna Juan Carlos, rispolverando vecchi appellativi e riti un tempo tanto deprecati e 'allontanati', quasi a voler dimenticare...; non solo ha lasciato e addirittura sollecitato mass-media e opinione pubblica (mai stati cos� 'buonisti' e tolleranti gli italiani!) ad elogiare e adulare le qualit� di ottimo statista dell'ospite illustre paragonando la nobilt� dell'uomo Juan alle ridicole scaramucce d'asilo dei politici italiani; non solo, ammettendo tacitamente e implicitamente che la dichiarazione di fedelt� alla repubblica riguarda solo la nostra provinciale penisola, ha chiaramente rivisitato criticamente il risultato del voto del referendum del '46 come una infantile ripicca nei confronti dei savoiardi e non come una proclamazione di ideali validi universalmente; ma, ha anche permesso al re di entrare nella casa sacra alla Repubblica (in realt�, � successo ben di peggio, l� dentro...), il Parlamento, e, tra gli applausi e gli onori generali, di fare scuola e 'bacchettare' moralmente la litigiosa quanto sterile classe dirigente del nostro paese con la figura d'autorevolezza conferitagli. Ma la sua presenza ufficiale in quel luogo e in quelle vesti non doveva essere cos� orgogliosamente e ingenuamente (!?) scontata: perch�, una volta tanto, chi governa non si domanda se quello che fa � veramente buono per i propri con-cittadini?! Le abitudini, la storia e i costumi di un popolo certo non possono essere cambiate perch� qualcuno, portatore di valori diversi e presunti 'sani' ritiene che siano 'barbari' e incivili, questo lo insegna l'antropologia e l'esperienza storica coloniale dell'intera umanit�. Per� mi auguro che un giorno tutti i sudditi (di ogni tipo...) del 'reame' Terra si sveglino con una coscienza diversa e capiscano che non hanno bisogno di immagini svendibili facilmente, di cittadini blasonati, di stemmi ed effigi d'altri tempi o dispendiosi e alquanto capricciosi nullafacenti rappresentanti di stato per scoprirsi dignitosi, ricchi e ...pardon... buoni patrioti! Un piccolo grande Uomo, di nobile estrazione anagrafica e di nome Tot�, un giorno recit� un gran testo, che forse qualcuno ha dimenticato: "La livella"... Andatevela a rivedere! |