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Lola
di Case (20/2/99)

Era una fredda sera di gennaio del 1996 quando Lola entro' su uno dei canali piu' conosciuti (a quel tempo) di IRCnet, #cyberia.

Come erano soliti fare con i nicks anche solo vagamente femminili, gli habitué di #cyberia accolsero la nuova arrivata presentandosi e scherzando fra loro fino a notte fonda.

I giorni passavano, e Lola era ormai un'ircer a tempo pieno: ore e ore spese sul canale parlando con tutti e di tutto e piu' parlava e piu' riusciva a prendere confidenza e a sentirsi protetta in quei rapporti telematici aridi ma incredibilmente intimi per lei fino a rivelare la verita' che aveva cercato di evitare fino a quel momento.

Il suo approdare su IRCnet era originato da un drammatico e tragico incidente: Lola era infatti una neuropsicologa sui trent'anni, vittima di un investimento automobilistico da parte di un ubriaco e che l'aveva resa sfigurata, mutilata nonche' completamente muta.

Un suo professore le aveva cosi' regalato un modem e un abbonamento a IOL e Lola si senti' istantaneamente rinascere.

Ormai diventata OPeratrice di canale a tutti gli effetti, Lola era sempre pronta a dare un consiglio, a scherzare e a consolare se necessario gli altri ircers.

Possedeva inoltre quello che si potrebbe chiamare "carisma
telematico", una sorta di predisposizione per una comunicazione
apparentemente fredda, ma che lei sapeva inevitabilmente trasformare in mondi di significati plurimi e profondi.

E cio' accadeva soprattutto quando trovava on line altri disabili, con i quali si confrontava.

Passarono i mesi e a un certo punto Lola spari'.

Tutte le notify list tacquero per settimane e cosi', sensibilmente preoccupati, i suoi migliori amici cercarono di ricostruire attraverso le notizie frammentarie date nei mesi scorsi, il luogo dove poterla rintracciare.

Si giunse cosi' ad organizzare una "spedizione" di quattro persone alla volta di Mantova, sonnolente cittadina lombarda.

Qui, giunti all'indirizzo di Lola, suonarono e con una certa sorpresa apri una donna sulla quarantina che spiego' loro, con un'impassibilita' orientale, che Lola era suo marito, psichiatra, giudicato colpevole di truffa e frode finanziaria, risiedente al momento nel carcere di Opera.

Ovviamente sprovvisto di terminale per continuare ad
ossessionarsi con i suoi esperimenti sull'identita'.

La morale? Nessuna. Tre sole parole: meditate, internauti, meditate.

Case

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